Cambia il vertice di Spotify: lascia Lorentzon

Martin Lorentzon, cofondatore di Spotify con Daniel Ek, lascia il ruolo di presidente.

Una notizia che lascia forse interdetti, ma che di fatto conferma come questo 2016 sia stato l’anno della svolta – sotto molti punti di vista – per l’azienda leader nei servizi di streaming musicale. Lorentzon lascia il suo ruolo di presidente di Spotify, seguendo gli addii – consumati solo poche settimane fa – di altri due dirigenti, Jeff Levick e Jonathan Forster. Il suo posto verrà coperto, almeno per il momento, da Daniel Ek. Lorentzon continuerà comunque a far parte dello staff dirigenziale come vicepresidente. Questa la sua dichiarazione su Twitter comunicata nel pomeriggio di ieri:

Provando a smorzare i toni, afferma di voler puntare ad ulteriori 10 anni come vicepresidente e che continuerà a parlare quotidianamente con Daniel Ek.

Quali le ragioni di questo addio? Secondo alcuni, sarebbero da individuare nelle scelte per il 2017 effettuate dallo stesso Ek.

Un 2017 a New York

Si vocifera infatti che nei prossimi mesi Spotify possa esser quotata in Borsa. Ma non solo. Secondo alcuni analisti, alla base dei cambi al vertice ci sarebbe la scelta di trasferire la sede centrale da Stoccolma a New York: ecco quindi il significato del sibillino “continueremo a parlarci quotidianamente con Daniel” (via Skype o FaceTime, ipotizziamo).

Del resto, non è un caso l’ingaggio negli scorsi mesi di Troy Carter in qualità di Global Head of Creator Services, già manager di Lady Gaga, chiamato ad attrarre artisti e relative esclusive, con l’obiettivo di arginare quanto fatto da Apple Music (leggi alla voce “Blonde” di Frank Ocean) nel suo primo anno di vita.

Molta carne al fuoco per i prossimi mesi dunque, con l’obiettivo di mantenere il divario da Apple Music e dall’ultimo arrivato (Amazon Music Unlimited), con l’ambizione di incrementare gli attuali 100 milioni di utenti attivi nel mondo, di cui il 40% con abbonamenti Premium.

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