vinili venduti 2016

Le vendite di vinili tornano ai livelli del 1991

Back to the future per i vinili. Nel 2016 il numero di album venduti in Uk ha raggiunto i livelli del 1991. Ha ancora senso parlare di bolla delle vendite?

Che annata il 2016 per le vendite di vinili. Quello che sembrava di fatto una “bolla”, un capriccio per feticisti, un vezzo da hipster e radical-chic si delinea invece come un trend incapace di fermarsi, destinato a durare e rafforzarsi nel tempo.

E’ infatti la BPI, British industry group, a pubblicare il report sull’industria musicale inglese, da cui si evince che le vendite di vinili sono aumentate del 53% nel 2016 solo in UK: un dato stratosferico che porta a 3,2 milioni di dischi venduti nel Regno Unito, esattamente l’ammontare di dischi venduti nel 1991.

Anche negli Stati Uniti si sta verificando lo stesso fenomeno. Il report pubblicato da BuzzAngle Music afferma infatti che le vendite sono salite del 25,9% lo scorso anno, raggiungendo oltre 7,2 milioni di dischi venduti.

Investire nei vinili: ne vale la pena?

In primis, un dato. Nel 2016 i vinili sono stati il supporto fisico a registrare la maggior crescita, con l’8% in più rispetto al 2015.

Contestualmente, però, la BPI evidenzia la “diversità” nelle vendite: ben 30 dei dischi più venduti hanno superato le 10.000 copie per album. L’anno precedente erano solo 10 i dischi a potersi “fregiare” di tale risultato.

Un altro dato è la capillarità dei luoghi di vendita. Non solo i pochi piccoli negozi sopravvissuti all’estinzione (ed anzi, ancora galvanizzati dal Record Store Day) di aprile, ma ora i vinili si trovano nelle librerie, nei centri commerciali. Addirittura nei negozi Tiger. Una capillarità che dunque arriva anche ai giovanissimi, quei pochi che desiderano avere ancora un supporto fisico da poter toccare con mano.

Rispondi